Il Vangelo di Giovanni deriva dai Veda indù?

Il primo versetto del Vangelo di Giovanni è assai celebre e semplicemente meraviglioso:
 
“In principio era il Verbo
e il Verbo era presso Dio
e Dio era il Verbo”.

Su queste parole sono stati scritti fiumi di inchiostro... sia dai Padri della Chiesa Cattolica, sia da gnostici, esoteristi, massoni, ricercatori spirituali di ogni genere.
Il verso è considerato uno tra i più enigmatici della tradizione cristiana. Cosa intendeva veramente, l'evangelista Giovanni, con questa formulazione?
Al di là dei possibili significati, molteplici e più o meno profondi, è stata fatta una scoperta straordinaria: riguarda i Veda, cioè i testi sacri dell'induismo, composti migliaia di anni prima dell'avvento di Cristo. 
In essi leggiamo:
"Prajapati vai idam agre aseet
Tasya vag dvitya aseet
Vag vai paramam Brahma" 
Nel momento in cui traduciamo questi versi, scopriamo qualcosa di eccezionale:

"In origine era Prajapati (Dio)
E il Verbo era presso di lui 
e il Verbo stesso era veramente il Supremo Dio"

La somiglianza con l'incipit giovanneo è a dir poco incredibile: una prefetta corrispondenza contenutistica e lessicale tra i due testi sacri.
Davanti a fatti come questi, abbiamo l'opportunità di interrogarci profondamente.
Chi è veramente Dio?
Come mai i testi vedici di 2000-3000 anni prima di Cristo, e il Vangelo di Giovanni del primo secolo dopo Cristo, riportano parola per parola la stessa frase? 
Da quanto tempo il Dio buono e amorevole che cerchiamo ci sta accanto, spronando i profeti a parlarci di Sè?